Starace: il rilancio passerà dall’energia verde


«Ormai sono alla terza settimana di lavoro da casa, ci si abitua. Ci sentiremo strani quando torneremo in ufficio», afferma Francesco Starace, l’ingegnere nucleare dal 2014 alla guida di Enel. L’azienda che rappresenta il 38% dell’energia elettrica venduta in Italia, si è dovuta organizzare rapidamente per evitare che il lockdown mettesse a rischio le forniture. «Abbiamo capito dall’inizio che non sarebbe stata una crisi di 15 giorni, in Italia come in Spagna, Russia, Sudamerica e in tutti i mercati dove operiamo. Avevamo un po’ di esperienza di smart working ma si è trattato di entrare in un’altra dimensione. Siamo partiti spostando sul lavoro da casa tutti coloro che potevano svolgere le attività da remoto, prima in Italia, Europa e Stati Uniti, poi in Sudamerica. Adesso abbiamo più di 37mila persone che lavorano in smart working. Il resto della popolazione Enel, quella operativa su reti e centrali, si occupa di fare funzionare il sistema senza problemi e sono stati organizzati per limitare al minimo le occasioni di contagio. Altri ancora sono a casa in standby, pronti ad attivarsi in caso di necessità».

Un’azienda delle dimensioni di Enel può davvero funzionare gestita “a distanza”?

Sì, per noi è un’esperienza importante. Il sistema regge, ci scambiamo dieci volte il volume di dati rispetto a prima. Abbiamo costruito un sistema di reporting in tempo reale dei parametri operativi fondamentali: consumo di energia, numero di clienti, protezione delle centrali, guasti sulla rete. Questi indicatori ci dicono che Enel sta funzionando bene, in tutti i Paesi in cui lavoriamo il sistema elettrico ha reagito a un cambiamento pazzesco nel modo di funzionare. Non ci sono solo il calo dei consumi business, scesi tra il 20 e il 30%, e l’aumento della domanda domestica. C’è anche il cambiamento del profilo della domanda di elettricità nelle 24 ore, del tutto diverso da quello dei periodi normali: questo richiede alla rete e alle centrali di lavorare in ma- niera differente. Dobbiamo fare in modo che tutto funzioni.

Nonostante siamo diretti verso una recessione globale avete confermato i target così come la distribuzione del dividendo. Enel è immune dalla crisi?

Le utility elettriche sono tradizionalmente anticicliche, sentono solo in parte l’andamento del ciclo economico. Poi è chiaro, nel momento in cui l’economia crolla soffrono tutti, ma c’è sempre bisogno di energia elettrica, non si arriva al momento in cui nessuno accende più la luce… In questa situazione ci siamo concentrati sull’essenziale, mantenere il servizio, tagliando tutto il superfluo. Le faccio un esempio: nelle ultime quattro settimane abbiamo dovuto azzerare viaggi e convention e questo è un incredibile risparmio. Alcuni investimenti, come il cambio dei contatori, sono rinviati. In questo modo salvaguardiamo i risultati a breve termine. Non abbiamo motivo di suonare campanelli di allarme, sarebbe stato facile usare la “scusa’”del coronavirus se avessimo avuto qualche problema nei nostri conti.

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