Il 2019 è stato l’anno dei green bond. La pressione politica e sociale per aumentare gli sforzi nel contrasto al cambiamento climatico ha spinto centinaia di aziende, governi e altre organizzazioni a emettere obbligazioni destinate a progetti positivi per l’ambiente, come lo sviluppo di energia rinnovabile o la costruzione di edifici a basso consumo energetico. In un solo anno le emissioni di green bond sono aumentate del 51%, raggiungendo i 258 miliardi di dollari. La Climate Bonds Initiative, l’organizzazione internazionale non profit che promuove questo tipo di strumenti, prevedeva che per il 2020 i green bond sarebbero cresciuti ancora, fino a 350 miliardi di dollari di nuove emissioni. Sarà difficile. Gli analisti di Moody’s sulla base dei primi mesi dell’anno stimano che si arriverà a 175-225 miliardi. Sarebbe il primo calo nella giovane storia dei green bond.
La pandemia ha cambiato le prospettive. Nella lista delle priorità mondiali il contrasto al cambiamento climatico è stato scavalcato, almeno temporaneamente, dalla lotta al virus SARS-CoV-2 e alle sue conseguenze. La finanza sostenibile, quella che segue criteri ambientali, sociali e di governance, aveva già a disposizione lo strumento adatto a questo obiettivo: i social bond. Le obbligazioni con obiettivi positivi per la società non sono una novità, ma sono a lungo rimaste una nicchia del mondo della finanza sostenibile. Su 400 miliardi di obbligazioni sostenibili emesse nel 2019 solo 20 miliardi erano social bond. Soltanto ad aprile di quest’anno, notano gli analisti S&P in uno studio pubblicato pochi giorni fa, sono state emesse obbligazioni sociali e sostenibili per 32 miliardi di dollari. È stato il primo mese in cui sono state messe sul mercato più obbligazioni con obiettivi sociali che ambientali. «La crescita dei social bond sta superando quella dei green bond, questo preannuncia uno spostamento del fulcro delle obbligazioni sostenibili, storicamente incentrate sul clima, e una diversificazione degli obiettivi di sostenibilità finanziati dagli investitori» spiega Michael Wilkins, responsabile della finanza sostenibile per S&P Global Ratings.