Come funziona il prestito di Intesa Sanpaolo a Fca


Era prevedibile che tra le prime grandi imprese a chiedere un prestito garantito dalla Sace ci sarebbe stata Fca Italy Spa. Con i suoi 27,2 miliardi di fatturato l’azienda è la maggiore società industriale italiana non controllata dallo Stato e lavora in uno di quei settori che per due mesi sono rimasti completamente bloccati: tra marzo e aprile le immatricolazioni di auto in Italia sono state meno di 33mila, rispetto a un anno fa c’è stato un crollo di oltre il 90%. Gli stabilimenti di Fca Italy si sono dovuti fermare e con loro anche le aziende dell’indotto (Fca cita 5.500 fornitori). La stessa ripartenza non sarà facile: il governo non ha previsto nessun incentivo specifico per il mondo dell’auto, che pure produce il 6,2% del Pil nazionale e conta circa 160mila addetti. Fca Italy è quindi la tipica grande azienda italiana che in questo momento ha bisogno di ossigeno sotto forma di liquidità.

Un prestito privato garantito dallo Stato

Sfruttando le regole previste dal Dl Liquidità, Fca Italy sta quindi trattando con Intesa Sanpaolo per avere un prestito di 6,3 miliardi di euro garantito dalla Sace, la società assicurativo-finanziaria della Cassa depositi e prestiti (e quindi dello Stato). L’azienda, come ogni altra società con più di 5 miliardi di fatturato, può chiedere a una banca un prestito per una cifra fino al 25% dei suoi ricavi 2019 (da qui la cifra dei 6,3 miliardi) a un tasso agevolato. Gli interessi sono bassi perché la banca su un’operazione di questo tipo può ottenere dalla Sace una garanzia pari al 70% del credito: significa che se Fca Italy non dovesse rimborsare Intesa Sanpaolo, la banca sarebbe risarcita per circa 5 miliardi di euro con soldi pubblici. Sono cifre elevate e infatti occorre il via libera direttamente dal ministero del Tesoro. Per fortuna dell’azienda e dello Stato, comunque, parliamo di un’ipotesi piuttosto remota: per quanto Fca abbia giudizi “spazzatura” dalle tre principali agenzie di rating, nessuna considera probabile un rischio di insolvenza del gruppo.

I tassi che Intesa Sanpaolo applicherà a Fca non sono ancora noti, saranno più bassi del normale ma non saranno soldi gratis. Il Dl Liquidità prevede che le garanzie di Sace hanno un prezzo che cresce nel tempo: lo 0,5% di quanto garantito per il primo anno, l’1% per il secondo e il terzo anno, il 2% dal quarto al sesto anno. Se Intesa dovesse usare questa garanzia per 6 anni, la Sace potrebbe incassare interessi per oltre mezzo miliardi di euro.

Questo prestito arriva anche con una modalità che l’azienda ha definito innovativa: i 6,3 miliardi in prestito non finiranno sui suoi conti correnti tradizionali, ma su nuovi conti dedicati al pagamento dei fornitori. In questo modo Fca farebbe arrivare subito liquidità all’indotto, che in un momento critico ha le spalle meno robuste, dal punto di vista finanziario, rispetto a lei.

continua a leggere sul sito di Avvenire


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *