Il debito globale sta esplodendo


Lo scorso dicembre un gruppo di economisti, finanzieri, manager e banchieri centrali si riuniva a Washington per ragionare sulla domanda posta da un nuovo libro pubblicato da quattro economisti della Banca Mondiale. La domanda era questa: ognuna delle quattro grandi ondate di accumulo di debito che abbiamo visto nell’ultimo mezzo secolo ha portato a una crisi mondiale; che ne sarà della quinta ondata, iniziata nel 2010, più grande di tutte quelle precedenti e ancora in corso?

In quegli stessi giorni il nuovo coronavirus si diffondeva tra la popolazione di Wuhan e si preparava a scatenare un’esplosione del debito globale che nessuno degli autorevoli partecipanti alla tavola rotonda della Banca Mondiale poteva solo immaginare. Tutti i governi del mondo stanno raccogliendo denaro per finanziare le spese sanitarie, gli aiuti alla popolazione e gli stimoli per l’attività economica. La quinta ondata di debiti si sta gonfiando spaventosamente. L’Istituto di finanza internazionale (Iif), che associa banche e organizzazioni finanziarie di settanta Paesi, nel suo ultimo Global Debt Monitor ricorda che il debito mondiale complessivo di governi, famiglie e imprese nel 2019 è salito di 10mila miliardi di dollari, raggiungendo il nuovo record di 255mila miliardi. È il 322% del Pil globale e il 40% in più rispetto ai livelli del 2008. Di quei 255mila miliardi, 74mila sono debiti delle aziende non finanziarie, 70mila dei governi, 63mila delle società finanziarie e 48mila delle famiglie. Soltanto a marzo le emissioni di titoli di Stato nel mondo sono ammontate a 2.100 miliardi di dollari, altro record e livello più che doppio rispetto alla media degli ultimi tre anni. Con una stima sommaria, l’Iif prevede che il debito mondiale quest’anno potrebbe salire dal 322 al 342% del Pil. Il rapporto tra debito pubblico e Pil mondiale, conferma Ubs in una sua analisi di fine aprile, salirà di 20 punti percentuali entro la fine del 2022 per superare per la prima volta nella storia il 100%.

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