Chi vuole essere tranquillizzato sull’uso di Zoom dalla settimana prossima avrà la possibilità di parlarne direttamente con Eric Yuan, l’ex manager di Cisco che nel 2013 ha fondato, e tutt’ora guida, la piattaforma di videoconferenze diventata popolarissima nei mesi del Covid-19. Da mercoledì prossimo ogni settimana alle 19 italiane Yuan risponderà in diretta ai dubbi degli utenti, naturalmente su Zoom.
Probabilmente saranno in tanti a volerci capire qualcosa di più. Per la Zoom Video Communications è nello stesso tempo un momento d’oro e una fase complicata.
Con centinaia di milioni di persone costrette a rimanere casa per limitare il contagio del coronavirus riunioni di tutti i tipi di sono spostate online. I download delle app per gli incontri video sono esplosi, con 62 milioni di clic soltanto nella settimana centrale di marzo. Un successo per i grandi gruppi tecnologici come Google e Microsoft che già da tempo avevano sviluppato i loro servizi di videoconferenza, ma per Zoom, che è nato solo per questo, l’ascesa è incontrollabile. Il sistema che, nel racconto del fondatore, Yuan ha ideato nei lunghi viaggi in treno per raggiungere la fidanzata funziona bene, è veloce e ha una versione gratuita (con il limite di incontri di 40 minuti) mentre nella versione a pagamento costa dai 13,99 dollari al mese in su. Lo stanno usando per incontrarsi a distanza aziende, scuole, università, famiglie, gruppi di amici. Qualcuno, tristemente, sta usando Zoom anche per trasmettere funerali a chi è costretto a rimanere a casa. Se lo scorso dicembre in un giorno medio si connettevano su Zoom 10 milioni di persone, a marzo la piattaforma ha toccato punte di 200 milioni di utenti.
Il successo ha dato una prevedibile spinta al titolo di Zoom a Wall Street. L’azienda, che ha chiuso l’ultimo bilancio con 623 milioni di dollari di ricavi (+88%) e 21,7 milioni di utili, è quotata al Nasdaq da un anno: l’azione è partita dai 62 dollari dell’aprile 2019 e dopo 10 mesi più o meno stabili si è impennata con la diffusione del coronavirus: a metà marzo il valore era raddoppiato a 124 dollari, il 23 marzo ha toccato i 159 dollari per poi scendere sotto quota 130. Ora l’intera azienda vale 35,5 miliardi di dollari, appena meno di Ford e General Motors messe assieme. Il pacchetto del 20% di azioni in mano a Yuan vale circa 7 miliardi.
Ma il prezzo della popolarità è anche una maggiore attenzione del pubblico sulle modalità di lavoro di Zoom. Ed è qui che sono emersi i problemi.